Il feretro di Monica Vitti è arrivato questa mattina in Campidoglio dove è allestita la camera ardente, per permettere a tutti coloro che hanno amato l'attrice di portarle un ultimo saluto recarsi fino a stasera alle 18, e poi domani mattina dalle 10 alle 13, mentre i funerali saranno celebrati domani pomeriggio alle 15 presso la Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.

La scritta 'Grazie Monica' circondata da tante mimose e rose gialle, e uno di questi mazzi avvolto nella pagina del Manifesto che il giorno dopo la sua morte ha titolato 'Ma 'ndo vai' posato ai piedi della bara vicino a una foto che immortala l'indimenticabile espressività del suo volto.

Tra i primi ad arrivare, oltre a parenti e cittadini comuni che si sono messi in fila, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, poco dopo l'apertura al pubblico della camera ardente allestita nella Sala della Protomoteca, dove il feretro della Vitti è circondato da mimose e rose gialle. "Era una di noi, adesso si avverte la sua assenza, era un pezzetto di ciò che siamo stati fino a oggi. C'è tanta tristezza, era una donna che, con i suoi sorrisi e la sua bravura, era presente comunque, anche se era fuori dalle scene da tanto tempo. Adesso sapere che non c'è più è davvero la tristezza più profonda", le parole di Zingaretti.

Ad accogliere il feretro il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che si è intrattenuto con il marito dell'attrice Roberto Russo e si è lasciato andare a dichiarazioni personali e ufficiali
"Sono cresciuto con i suoi film, mi vengono in mente tanti momenti di un'attrice romanissima, che si è formata a Roma. Monica Vitti è un orgoglio per la città, pensiamo di intitolarle un luogo in città".

Walter Veltroni invece, arrivato in Campidoglio, non è riuscito a a rilasciare dichiarazioni, "proprio non ce la faccio", ha detto ai cronisti. Ha poi abbracciato il marito della Vitti, Roberto Russo, che aveva chiesto all'ex sindaco di Roma e da lunga data amico di famiglia di dare lui la notizia della morte della moglie. Presente anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nella sala della Protomoteca.


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