Commentano in una chat su Viber tutte le partite della Roma, quelle che fino a un anno fa vedevano insieme, sciarpa al collo, nei bar della capitale. E quando giocano a calcetto indossano solo la maglia giallorossa. No, non siamo a Testaccio o Garbatella ma a quasi 2500 chilometri più a est, in Ucraina. Non sono sfegatati romanisti ma sfegatati-romanisti-ucraini. E giovedì sera saranno i primi (esclusi i mille che hanno visto un paio di gare a inizio campionato) a riuscire a vedere una partita della Roma dal vivo dopo l’astinenza forzata causa Covid.
Ma un settore sarà “pieno” ed è il numero 26, in tribuna. È lì che ci saranno gli ucraini tifosi della Roma e qualche italiano trapiantato a Kiev. Perché Dzeko e compagni nella partita che può valere l’accesso ai quarti potranno contare sul gruppo del Fronte Ucraino, un fan club nato nel 2004. Hanno acquistato il biglietto pagando 10 euro, ovviamente in grivnia, la moneta locale. Allo stadio dovranno indossare la mascherina (nonostante lì non sia obbligatoria nei luoghi all’aperto ma solo in quelli al chiuso) e rispettare le distanze anche tra i seggiolini. “I tifosi arriveranno da tutta l’Ucraina – ha raccontato Diana, la leader e fondatrice del gruppo – ma si sarebbero uniti anche i ragazzi del Roma club di Mosca e San Pietroburgo. Purtroppo anche per loro in questo momento non è facile spostarsi”.

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