Luigi De Canio, ex allenatore, tra le altre, di Udinese, Genoa e Napoli, ha rilasciato a DiesRomae un'intervista.
Queste le sue parole:
Che partita si aspetta dalla Roma nel ritorno di Europa League contro l’Ajax?
“La Roma ha ottenuto un ottimo risultato ad Amsterdam dimostrando di essere forte a livello europeo. Inoltre, credo abbia molte possibilità di passare il turno grazie ai recuperi di parecchi giocatori cardine come Veretout e Mkhitaryan”.
Come mai la Roma non riesce a esprimersi contro le big in Serie A?
“La vittoria della Roma di Amsterdam, pur non dimostrando una bella prestazione, aiuterà molto i calciatori a livello mentale. La squadra ha carattere e personalità, e passare il turno darebbe tanta fiducia in più. I valori tecnici minori, probabilmente, non l’hanno aiutata nei big match in Serie A, ma attraverso il calciomercato avrà la possibilità di colmare il gap con le altre grandi”.
Le piace Fonseca?
“Mi piace sia per il modo in cui fa giocare la squadra, sia per la personalità che dimostra. Ha un atteggiamento sempre coerente e credo abbia sfruttato bene i giocatori a sua disposizione. Ha commesso degli errori, ma qualsiasi allenatore li fa. Le situazioni di spogliatoio e gli infortuni sono elementi che fanno parte della storia di una squadra”.
La Roma ha tanti giovani talenti, come Zaniolo. Come si coltivano e amalgamano in un gruppo?
“Zaniolo ha una forza tecnica impressionante, e quest’anno alla Roma è mancata tanto. I giovani sono risorse importanti perché portano tanta grinta, e i giallorossi hanno un bel telaio su cui costruire il proprio futuro”.
Che cosa pensa del Milan?
“Milan è stata sorpresa e la Roma ha fatto bene perché fino a poche settimane fa ha lottato ad armi pari con squadre più accreditate alla Champions, quindi le 4 che sono favorite con Napoli sono Inter, Milan, Juve e Atalanta. Le outsider sono le due romane”.
Come giudica il lavoro di Conte all’Inter?
“Non sono sorpreso del suo lavoro all’Inter. L’anno scorso è arrivato a un punto dalla Juventus e quest’anno sta per vincere lo scudetto. Con il suo valore e quello dei giocatori era lecito aspettarsi un trofeo. È anche un tecnico pieno di motivazioni che è capace di trasmettere e, in più, sa dare un’idea di gioco alla sua squadra. Credo che sappia anche usare molto bene la costruzione del gioco dal basso perché sa quando utilizzarla”.
Come mai il Milan l’ha sorpresa?
“Il Milan è stato per molto tempo in testa alla classifica ed era la meno accreditata a vincere visti i tanti giovani in rosa e l’allenatore non così top. La squadra nel suo insieme non è inferiore alle altre pretendenti al titolo e alla Champions League, ma serve più personalità per poter trionfare. L’esperienza di una gran parte dei suoi calciatori non si può dire sia di altissimo livello, ma nonostante i vari infortuni è sempre stata propositiva”.
Fosse stato presidente di un qualsiasi club di Serie A, avrebbe affidato la panchina a Pirlo?
“Sì, gliel’avrei affidata perché per tutti, prima o poi, arriva il momento di esordire. Io ho cominciato ad allenare in Promozione perché la mia carriera da calciatore è sempre stata di livelli non troppo eccellenti, ma quando sono arrivato al top è stato tutto molto più semplice. Avere tanta esperienza sulle spalle è una marcia in più per chiunque. Può destare imbarazzo, invece, presentare un allenatore come guida di una squadra di Serie C per poi, solamente due giorni dopo, metterlo in una panchina top come la Juventus”.
Martina Stella