
Ormai il mondo social è un mondo parallelo a quello reale e, forse, altrettanto reale. Quello che succede sui social non è più considerato un frame all'interno di una vita, ma un'intera vita. E questo, spesso, crea problemi e critiche, sopratutto se sei un personaggio pubblico.
E' ciò che sta succedendo per i giocatori della Roma. Dopo le storie Instagram di Carles Perez in una nota discoteca, a fare serata nella Città Eterna, si sono scatenate le critiche da parte dei tifosi giallorossi.
Hanno ragione? Forse si. Parliamo di un ragazzo molto giovane, classe 1998, e non ci stupiamo, quindi, di una serata fuori. Ma, prima di un ragazzo, hai scelto di essere un calciatore e allora, con la fama, il successo e il denaro che seguono all'essere un giocatore nel Campionato di Serie A italiano, arrivano anche le responsabilità. Responsabilità che molti ragazzi di ventun anni non hanno e che, quindi, vanno a ballare anche tutte le sere (non ci permetteremo mai di criticare ad un ventenne una serata in discoteca), ma, molti ragazzi di ventun anni, non hanno nemmeno la fortuna, la possibilità o il talento per essere giocatori di serie A. Da che mondo è mondo, i calciatori sono sempre stati protagonisti della vita notturna, ma sempre, o quasi sempre, con responsabilità: alla conclusione dell'anno calcistico o per festeggiare una serie di vittorie. Non è questo il caso della Roma che, dall'inizio del 2020, ha accumulato solo sconfitte e sta vivendo un momento psicologicamente critico e, quindi, forse sarebbe stato meglio prendersi tempo per preoccuparsi di tutto ciò, piuttosto che per fare serata. Senza dimenticare che, da un atleta, in pieno "anno scolastico" ci si aspetta una vita sana e salutare. E Carles Perez è un atleta fresco nella rosa giallorossa che forse avrebbe dovuto dare priorità a mantenere la concentrazione sul campionato e sul far vedere le sue capacità, considerando anche le critiche che sono seguite al suo acquisto. E allora sono partite le critiche.
Ma le critiche non sono solo dirette a Carles Perez, non ne è stato risparmiato nemmeno Mancini che ha postato su Instagram una foto a pranzo al mare con la moglie. Forse qui si sfocia nell'esagerazione poiché una sconfitta in campo non può impedire scene di vita quotidiana e reale che non implicano il fatto che non ci sia preoccupazione per l'andamento della squadra.
Ma le critiche non sono una novità. Ricordiamo tutti l'episodio del 2017, quando tre giocatori della Roma: Nainggolan, Emerson e Rudiger, misero un cuore Instagram ad una foto di Pjanic. Nella foto, il giocatore bianconero festeggiava negli spogliatoi l'accesso alla finale di Coppa Italia della sua Juventus, competizione da cui la Roma era, invece, appena uscita. E lì, allora, ad urlare "tradimento". Eppure, dove molti hanno visto una mancanza di rispetto nei confronti della piazza giallorossa, a me è parso di vedere un bell'esempio di sportività, di cui il calcio non è mai saturo e che, anzi, spesso dovrebbe averne di più. Senza dimenticare che parliamo di una cerchia di persone che frequentano gli stessi ambienti, spesso sono ex compagni di squadra e che, quindi, si conoscono tra di loro e, spesso, stringono anche rapporti di amicizia.
Tuttavia, a causa di queste vicende, pare che la società voglia iniziare a monitorare i social dei suoi giocatori. Catene o protezione? Staremo a vedere. Forse basterebbe semplicemente comprendere in prima persona cosa sia meglio non postare e tenersi qualcosa per se, sia per tutelarsi, sia per rispetto nei confronti dei tifosi, anche se è difficile, e spesso inutile, non pubblicare uno squarcio di vita quando comunque sai che potresti, in ogni caso, finire su qualche rivista di gossip. Inoltre, il presidente Pallotta è il primo a commentare, positivamente o negativamente, senza farsi troppi problemi, le vicende della sua squadra e, se lo fa lui, come possiamo stupirci di una Instagram storie di un ragazzo di ventun'anni?