“Sono un romanista acquisito. Mi fa sempre molto piacere parlare a Roma e sapere che la gente si ricorda di me”.

Si trova a Roma in questo momento?
“Si, si sono nella Capitale con la famiglia in vacanza”.

Che cosa vede nel suo futuro professionale?
“Diciamo che sono in Italia anche perché vorrei seguire il corso Eufa Pro per allenatori qui, anche se ho già la licenza che ho preso in Messico e negli Stati Uniti”.

Che differenza c’è tra il calcio Europeo e quello Sudamericano?
“Per ora non c’è troppa differenza, è diversa la cultura. Forse qui in Europa si gioca maggiormente in verticale mentre in America piace avere un buon possesso palla. Dipende però sempre poi dall’allenatore della squadra, a me per esempio piace di più giocare tra le linee arrivando alla porta il più velocemente possibile”.

Quindi le piace il gioco di Josè Mourinho?
“Sì, molto! Mi piace perché è un gioco aggressivo quando recupera palla. Spero di poterlo incontrare in futuro”.

L'arrivo di Josè Mourinho a Fiumicino

Quali saranno gli obiettivi di questa nuova stagione dell’As Roma?
“Vincere: il mister ha solo questo nel suo DNA. Se i Friedkin hanno preso lui, credo che il loro obbiettivo sia chiaro. A Roma è da troppo tempo che non si vince, speriamo che dopo 20 anni si possa raggiungere qualcosa. Mi aspetto un livello di gioco molto alto, ho ancora negli occhi lo Special One quando vinse in Italia con l’Inter. Sta creando una Roma forte anche individualmente, una vera e propria armata che possa fare bene anche in trasferta”.

Quanto le è stato utile un anno in prestito al Siena per poi tornare in un club come la Roma? Consiglia un’esperienza del genere ai giovani talenti?
“Io sono arrivato qui nel 2001, avevo 23 anni, la rosa della Roma era completa e aveva appena vinto lo scudetto. Era difficile trovare spazio in una situazione del genere, perché quell’anno avevamo miglior difesa, miglior centrocampo e miglior attacco. Eravamo i migliori in tutto. Infatti, in quei tre anni giocai pochissimo, una ventina di partite quasi tutte entrando in corso e mai da titolare. Poi mi arrivò la chiamata del Siena e fu una possibilità per farsi vedere, difatti quando tornai a Roma poi mi rinnovarono il contratto per altri due anni. A mio avviso è stata una scelta giusta, fare un passo indietro per crescere. Così quando arrivò Prandelli mi chiamò e giocai quasi cento partite”.

Che ricordo ha del goal contro la Fiorentina?
“Quel goal fu uno sfogo incredibile perché era la centesima partita ed era uno scontro diretto. Perdendo i viola ci sarebbero passati avanti in classifica, mentre con il pareggio siamo riusciti a qualificarci per la Champions League. Un goal importante per i giallorossi ma bellissimo anche per me visto che era il mio primo con quella maglia”. 

Icardi viene alla Roma?
“Non lo so. Sono stato a Parigi ultimamente ed è inutile dire che tutto il mercato ha occhi per lui. Penso che sarà molto difficile, ma il calcio è imprevedibile, non si sa mai. Magari (ride n.d.r.) è un grande giocatore”.

Martina Stella


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